Continuano le attività legate al mondo universitario per HWG. L’azienda ha infatti avviato il Progetto IUS insieme ai dipartimenti di Giurisprudenza e Informatica dell’Università degli Studi di Verona.
L’iniziativa, che ha cominciato a prendere forma a febbraio, intende identificare alcuni punti in comune tra le due discipline, focalizzandosi sui sistemi di sicurezza integrata, attraverso applicazioni di intelligenza artificiale. L’obiettivo finale è quello di contribuire all’efficientamento delle aree urbane intelligenti per la prevenzione della criminalità, per la salute dei cittadini e per il miglior utilizzo delle risorse.
L’importanza di questi punti è stata evidenziata dal quadro europeo di Strategia per una mobilità intelligente e sostenibile, che si pone lo scopo di promuovere l’innovazione e l’uso dei dati e dell’intelligenza artificiale per una mobilità più smart ed una maggiore sicurezza.
La modalità di realizzazione del progetto prevede lo sviluppo dello stesso attraverso un dialogo costante fra il Dipartimento di Informatica e il Dipartimento di Scienze Giuridiche. Prezioso sarà anche il rapporto con il nuovo Centro di scienze della sicurezza e della criminalità (CSSC), costituito fra l’Università di Trento e l’Università di Verona, che persegue un approccio fortemente interdisciplinare alla sicurezza, oltre al beneficio del supporto da parte dell’Osservatorio Cybercrime.
L’effort del lavoro è suddiviso in due parti, per altrettanti ricercatori: il primo, proveniente dal Dipartimento di Informatica, ha il compito di sviluppare tecniche e strumenti di analisi di similarità del codice che permettano di identificare violazioni alla proprietà intellettuale del codice (plagio) e copie di codice malevolo (malware), mentre il ricercatore del Dipartimento di Scienze Giuridiche si pone tre obiettivi:
1) ricostruire il quadro giuridico in materia di cybersecurity;
2) affrontare il tema della responsabilità penale, da un lato, per i reati o i pregiudizi causati dal software; dall’altro lato, per gli illeciti commessi a danno del software;
3) valutare, alla luce della disciplina giuridica attuale, le modalità per consentire lo sviluppo e il ricorso a strumenti tecnologici di supporto alla raccolta delle prove nell’analisi forense nei casi di compromissione o di violazione dell’integrità del codice e del programma.